DIAMANTI

 

In questo spazio voglio parlarvi dei diamanti e delle loro caratteristiche. La valutazione di un diamante è un processo lungo e complesso che ha l’obbiettivo di individuare il valore commerciale della pietra. Come molti di voi sapranno già il sistema di classificazione si fonda sulle 4C: Clarity, Color, Cut e Carat (purezza, colore, taglio e carato). Qui sotto andrò a descrivere ogni singola caratteristica e a darvi qualche consiglio personale sulla scelta della pietra migliore per voi.

(nella foto sottostante potrete ammirare dei diamanti grezzi)



CLARITY (Purezza)

La purezza, nello specifico, è una caratteristica che fa lievitare il costo della gemma. Ma di che cosa si tratta esattamente?

Il diamante è una pietra naturale e, come tale, si trova in natura. Nel processo di formazione, può capitare che all’interno della pietra si formino alcune inclusioni che, a loro volta, danno origine a diversi gradi di purezza.

La scala di purezza delle gemme è stabilita dal GIA (Gemological Institute of America) che va dal livello FL o IF (flawless) – il diamante puro senza imperfezioni interne ed esterne visibili a 10x – al livello P1, P2, P3 (piqué) che indica inclusioni visibili a occhio nudo.

Consiglio

La scelta di un diamante VS2 o superiore è una scelta di qualità soggettiva che va oltre quello che può essere visto ad occhio nudo perciò il mio consiglio se si vuole contenere il costo della gemma è quello di indirizzare la scelta verso una pietra meno “pura”.

Non sempre però le imperfezioni devono essere considerate difetti: sono una testimonianza del processo di creazione del diamante e quindi prova della sua unicità e autenticità.


COLOR (Colore)

Per i diamanti bianchi o incolore (al contrario dei diamanti colorati per i quali la questione è molto diversa) l'industria dei diamanti ha adottato una scala alfabetica di colore dalla D alla Z, dove D è il grado più alto.

D denota che la pietra è completamente incolore

I gradi di colore si determinano confrontando ogni diamante con pietre di paragone selezionate. Ogni lettera rappresenta una gamma di colore corrispondente ad una determinata quantità di colore visibile.

 
 
 
 

Consiglio

D è generalmente il colore per diamanti da investimento o per gli intenditori.

I diamanti di livello H sono spesso considerati al confine tra i diamanti incolore di pregio e i diamanti colorati, perciò offrono un ottimo rapporto qualità prezzo senza nessuna tinta gialla visibile se non confrontati vicino ad un diamante bianco.

Con una gemma di una certa caratura preferisco non “risparmiare” sul colore e di solito propongo pietre fino al colore F/G. (Tranquilli comunque, Damiani monta diamanti G-H quindi se non volete esagerate potete rimanere comunque su questi colori)


CUT (Taglio)

Spesso confuso con la forma del diamante, il taglio è in realtà è il segreto della bellezza di un diamante! Si tratta della complessa interazione tra la pietra e la luce. Il magnifico aspetto di quello che osserviamo deriva dalla combinazione di tre caratteristiche ottiche: la Brillantezza (la luce bianca che si riflette sulla superficie superiore), il Fuoco (bagliori di colore) e la Scintillio (bagliori di luce).

Le proporzioni di un diamante influiscono sul suo rapporto con la luce e, di conseguenza, sulla sua bellezza e sul suo aspetto. Qui sotto le scale di taglio:

La scala di taglio va da poor = povero, fair=sufficiente, good=buono, very good=molto buono, excellent=eccellente


La classificazione del taglio del diamante al momento si applica solamente ai diamanti rotondi (taglio Brillante). Altre forme - come i tagli Princess, Cuscino, Smeraldo, non hanno la classificazione di taglio sul loro certificato.

Qui sotto alcune forme di diamanti:

Consiglio

È molto difficile vedere la differenza tra un diamante a taglio Eccellente e Molto Buono poiché la direzione della luce è la stessa in entrambe le classificazioni di taglio. Perciò ti consiglio. di restare su un taglio Eccellente o Molto Buono.


CARAT (Carato)

Il termine carato ha origine dal nome Greco e Arabo dell'albero di carruba - Keration in Greco e Qirrat in Arabo. I semi essiccati dell'albero di carruba erano largamente utilizzati dai mercanti del tempo come contrappeso per i diamanti, pietre preziose e perle grazie all'uniformità del loro peso e delle loro dimensioni.

Questo dà origine ad una scala di misurazione dove 1 carato = 0.2 grammi

Tuttavia, è importante sapere che il termine "carato" in riferimento ai diamanti è diverso dal "carato" utilizzato per indicare la purezza dell’oro.


CERTIFICATI

Assicurarti che il tuo diamante sia certificato da uno dei laboratori leader con una certificazione riconosciuta. E’ essenziale per una valutazione imparziale sulla qualità della pietra.

GIA, AGS, HRD, IGI e EGL sono gli enti leader di valutazione nel settore dei diamanti, e sono elencati in ordine di severità dei criteri.

 
 

Consiglio

Poiché nei diamanti sottili differenze possono avere un grande impatto sul prezzo, se vi viene offerto un auto-certificato (certificato della gioielleria) o un certificato proveniente da enti di valutazione locali meno rigorosi, generalmente è perché il venditore desidera aumentare i propri margini di guadagno.


DIAMANTI ARTIFICIALI (o sintetici)

Prodotti di laboratorio ideati e costruiti per imitare qualcosa che, per sua natura, è inimitabile e che pertanto non è neppure paragonabile. I diamanti sintetici non vengono estratti, ma creati attraverso tecniche che tendono ad imitare il processo di formazione naturale. I gemmologi definiscono i diamanti sintetici lab grown, carbonio al 100% sì, maallevato” in laboratorio e nato in non più di una settimana, contro un milione di anni di un diamante naturale!

La prima caratteristica a cedere il passo è dunque la rarità. La storia geologica di un diamante è forse il suo aspetto più affascinante.

Quanto costa un diamante sintetico?

Preferire i diamanti creati in laboratorio a quelli naturali, in gioielleria, può rispondere a una ragione economica anche se il processo di creazione di un diamante sintetico ha una incidenza piuttosto alta sul prezzo finale. Quindi, i diamanti sintetici non sono affatto economici. Hanno prezzi inferiori di circa il 30% - 40% in meno rispetto a quelli naturali.

Viene da sé che non costituisce affatto un affare l’acquisto di un bene che, oltretutto, tenderà a diminuire di valore anziché ad accrescersi, come avviene per i diamanti naturali.

Inoltre, la produzione di un diamante artificiale genera 511kg di CO2 a carato (quasi quanto un volo Parigi-NY a persona). L'estrazione di un diamante naturale dello stesso peso in una miniera, invece, produce 160kg di CO2. Preferire i diamanti creati in laboratorio a quelli naturali, in gioielleria, può quindi rispondere a una ragione economica, al massimo a una necessità di progettazione, ma mai a un’etica che mira sinceramente alla sostenibilità.

Consiglio

Come da spiegazione sopra, il consiglio, credo sia implicito!